Cenni storici sulle Saline di Trapani
Cenni storici sulle Saline di Trapani. Le origini
Le più importanti ed antiche saline d’Europa si estendono lungo il litorale di Trapani e Marsala.
Particolari condizioni geo-morfologiche e ambientali, la costa bassa e ampiamente pianeggiante, la particolare salinità del mare, insieme all’alternarsi di condizioni climatiche, siccità estiva e frequenza di venti freschi, consentirono l’ubicazione delle saline nel litorale della Sicilia sud-occidentale.
Probabilmente le prime saline a Trapani vennero impiantate dai Fenici nel V secolo a.C.
Secondo il geografo arabo Al-Abu Abd Allah Muhammad, più noto con il nome di Idrisi o Edrisi, fin dal XII secolo 1154 si estendeva una grande salina dalla periferia di Trapani alle falde del monte San Giuliano.
Ma è nel XV secolo, con gli Aragonesi, che si afferma l’industria del sale trapanese favorita anche dalla posizione geografica del porto, tappa obbligatoria degli scambi commerciali tra la Spagna e i vari centri del Mediterraneo.
Le prime notizie documentate sulle saline risalgono al 1351 quando il medico trapanese De Naso ricevette in concessione la Salina Grande, come ricompensa per le prestazioni mediche effettuate durante la pestilenza del 1346.
Altre saline vennero concesse tra il 1451 e il 1490, come la salina S.Teodoro, Morana e Reda, quest’ultima fu il primo esempio di installazione di un impianto di piscicoltura.
Il commercio del sale, dopo l’annessione della Sicilia alla corte spagnola di Ferdinando I (1412), attraversa un periodo di crisi dovuto al cambiamento della situazione politica.
La successiva caduta di Costantinopoli e la scoperta dell’America (1492) influirono ancor più negativamente sull’economia trapanese, in quanto il porto di Trapani assunse una posizione di secondo piano.
Secondo il Trasselli alla fine del XVI secolo nell’area a sud di Trapani vi erano 16 saline in funzione con una produzione complessiva di circa 56.000 salme di sale.
Ma nel 1624 l’economia siciliana, e trapanese in particolare, venne danneggiata da un’epidemia di peste bubbonica, propagata da alcuni marinai provenienti dalla Tunisia, che provocò la chiusura del porto di Trapani e di conseguenza il blocco del commercio del sale, che dal 1625 al 1630 rimase invenduto.
Nei primi anni del XVIII secolo, durante la dominazione sabauda e austriaca, il commercio del sale alterna momenti di crisi a momenti di grande splendore che portarono alla costruzione nel 1730 di altre saline, come la Galia, la S. Francesco e la Ronciglio.
Nella seconda metà del XVIII secolo, dopo l’indipendenza del regno di Napoli, l’industria del sale incrementò lo sviluppo commerciale, favorito anche dall’apertura dei mercati dell’Europa nord-occidentale.
Nel XIX secolo la Sicilia conquista i mercati del Lombardo-Veneto, e l’area coltivata a salina venne ulteriormente ampliata tanto che nel 1818 erano 25 le saline in funzione, vennero infatti impiantate le saline di Sant’Alessio, Paceco la Nuova, Settebocche e Uccello Pio.
Nello stesso anno vi fu un tentativo da parte del governo di Napoli di monopolizzare le saline trapanesi, ma grazie ad una supplica fatta dai proprietari delle saline al Re le saline potevano essere cedute soltanto dietro equo indennizzo.
Nel 1840 l’economia siciliana, grazie all’abolizione del dazio, incrementò l’attività produttiva delle saline che divennero così 31.
Nel territorio di Trapani esistevano 20 saline e le restanti 11 erano ubicate nel territorio di Marsala. Con lo sviluppo del centro urbano trapanese varie saline, come la Modica, Milo, Garaffo, Collegio e Brignanello furono trasformate in aree edificabili. Nel periodo compreso tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 l’industria del sale attraversò un periodo aureo, perchè libera dai controlli del monopolio dello Stato italiano.
Con lo scoppio delle due guerre si ha un calo della produzione del sale, che torna a crescere dopo la fine del conflitto mondiale.
Nel 1922, su ha l’unificazione della saline sotto un’unica società, la SIES (Società Italiana Esportazione Sale) che gestiva 41 saline delle 51 esistenti nel trapanese.
Dopo un periodo di crisi dovuto all’apertura delle saline asiatiche, che impedirono l’esportazione del sale trapanese nei mercati europei, nel 1956 si costituì la SIES S.p.A. (Società Industriale Estrazione Sale), che era un consorzio fra i maggiori proprietari, con l’intenzione di migliorare i mezzi di produzione e la struttura delle saline e riconquistare i mercati del sale.
Alla fine del 1963 la SIES iniziò a produrre a pieno ritmo, ma l’alluvione del 1965 oltre a distruggere il prodotto, provocò l’interramento della saline tanto che per la cattiva qualità del sale misto a fango il prodotto dei successivi due anni rimase invenduto con grave perdita per l’economia trapanese.
L’alluvione del 1968 stroncò definitivamente gli sforzi compiuti dalla SIES, che fu costretta ad essere messa in liquidazione.
“Le Saline di Trapani” è il nome della nuova società che fu formata nel 1974 per rilevare la SIES e che gestì le saline fino al 1980, anno in cui la SIES riprese la sua attività produttiva, portando il sale trapanese in tutti i mercati europei.
La SIES, che opera su una estensione di circa 350 ettari con una superficie salante di 40 ettari, attualmente gestisce 12 saline, come la Galia Nuova, Morana, Paceco-Adragna, Alfano, Ronciglio, Paceco Poma, Vecchiarella, Reda, Vecchia, Moranella, Cantoni e Zavorra. Le altre saline, che abbinano la produzione del sale a quella del pesce, rimangono a conduzione tradizionale.
Per info e prenotazioni visite guidate:
[ Tel. Rossana: 320 7961240 | Mail: salinacalcara@gmail.com ]
[ Sito: www.salinacalcarapaceo.eu ]